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Apollònio Molone (gr. 'A. ὁ Μόλων, lat. Apollonius Molo) (a volte semplicemente chiamato Molone) (Alabanda, ... – ...) è stato un retore greco antico, attivo verso il 70 a.C.
Biografia
Era nativo di Alabanda, una città della Caria, nella moderna Anatolia, ed allievo di Menecles. In seguito si stabilì a Rodi.
Visitò due volte Roma come ambasciatore di Rodi e presero lezioni da lui sia Marco Tullio Cicerone – che lo visitò anche durante il suo viaggio in Grecia del 79-77 a.C. – che Gaio Giulio Cesare. Alcuni attribuiscono agli insegnamenti di Apollonio Molone il loro successo come oratori, Cicerone ancor più di Cesare.
Si pensa che citasse gli insegnamenti di Demostene quando diceva ai suoi allievi che le tre cose più importanti nell'arte della retorica erano «La dizione, la dizione ed ancora la dizione». Nei tribunali di Roma godeva di una grandissima reputazione, e gli fu anche concesso di rivolgersi al Senato romano in greco, un onore che non sempre veniva accordato neppure agli ambasciatori stranieri.
Cercò di attenuare il ricco ed elaborato stile retorico proveniente dall'Asia e si sforzò di sostenere la tendenza all'"atticizzazione". Si dedicò alla scrittura di commentari alle opere di Omero e, secondo Giuseppe Flavio, si abbandonò a violenti attacchi contro gli Ebrei.
Bibliografia
- Karl Otfried Müller, Fragmenta Historicorum Graecorum, iii.
- Emil Schürer, Story of the Jewish People, iii. (Trad. inglese del 1886).
- Enciclopedia Britannica, edizione del 1911.
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Tratto da TRECCANI
Era suo parente Apollonio Malaco .
Apollònio Malaco (gr. 'A. ὁ Μαλακός). - Retore greco di Alabanda (come il suo omonimo e parente A. Molone , e al pari di lui scolaro di Menecle, famoso retore del tempo); dal120 circa a. C. tenne a Rodi una reputatissima scuola d'eloquenza asiana, quel genere cioè detto poi da Cicerone più grazioso che grave. Secondo Cicerone (De oratore), A. irrideva la filosofia e amava i motti scherzosi e le frasi piccanti.
APOLLONIO Molone ('Α. ὁτοῦ Μόλωνος, ovvero ὁ Μόλων, Molonis o Molo). - Con questo nome, o nella forna Apollonio (figlio) di Molone, che è sostanzialmente la medesima cosa, è dalle fonti ricordato l'oratore e maestro di oratoria, che, nativo di Alabanda nella Caria, esercitò la sua attività in Rodi. Due volte a Roma (87 e 81 a. C.) a perorare la causa degli abitanti dell'isola, venne a contatto con Cicerone; ma il suo influsso sull'oratore romano si manifestò decisivo dopo che questi ne frequentò, durante il suo viaggio e la permanenza in Grecia (79-77 a. C.), la scuola a Rodi (Cic., Brutus, 314). Anche Cesare, fra gli altri, fu suo uditore (Svet., Iul., 4). In questa città già aveva aperto scuola un altro Alabandense, Apollonio ὁ μαλακός, parente del nostro, presso cui si esercitò l'oratore Antonio (Cic., De orat., I, 126), ma fu senza dubbio Molone che diede consistenza alla cosiddetta scuola rodia, che contemperò la tendenza asiana, della quale è naturale continuazione, con un moderato richiamo al classicismo. Prevalendo in tale scuola la ricerca dell'arguto e sentenzioso, uno studio di finezza di elocuzione, della quale era preso come modello l'attico Iperide, parve a Cicerone che essa si staccasse dall'asianismo ricercatore di periodi canori e verbosi, forse più di quanto fosse in realtà.
A. M. compose orazioni (una, "contro gli abitanti di Cauno", è ricordata da Strabone, XIV, 652), ma la sua maggiore attività fu quella di maestro e di teorico. Il suo insegnamento si svolgeva su manuali proprî (Quintil., III,1, 16), che, facendo capo alla dottrina di Ermagora, avevano adattamenti personali, e per mezzo di esercizî pratici. Sono ricordate di lui anche "interpretazioni omeriche", le quali, per quanto si può arguire, ce lo mostrano in veste di grammatico. Più che opera storica, deve esser detta polemica l'opera Contro i Giudei, a cui si è propensi dalla critica recente a far risalire più di una delle favole offensive per i costumi e le tradizioni di quel popolo. Non è, poi, meraviglia il veder confermato da varie fonti com'egli esercitasse la sua critica contro i filosofi. La stessa tendenza era nel suo omonimo sopra citato ed essa è appunto una delle forme caratteristiche della mentalità retorica asiana.
Bibl.: Di Apollonio Molone si occupano gli scritti sull'oratoria greca dopo Alessandro. Articolo ricco di dati è quello dello Brzoska, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, col. 141 segg. V. anche F. Susemihl, Geschichte der griech. Litt. in der Alexandrinerzeit, II, Lipsia 1892, p. 489 segg.
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